L’ anello cocktail è un gioiello di grande eleganza e stile, ancora molto in voga e amato dalle donne dei giorni nostri. La storia di questo anello affonda, però, le radici nell’ epoca tormentata e controversa del Proibizionismo.
Il cocktail ring è pensato per dare risalto alla gemma principale, che spesso è anche l’ unica presente. Si tratta di una pietra sfaccettata di grande caratura su una montatura molto vistosa ed elegante.
E’ negli anni ’20 in America durante i party privati organizzati dai benestanti per sfuggire al divieto di consumare alcolici nei luoghi pubblici, che i cocktail ring diventano i protagonisti. Durante queste occasioni all’ insegna della anticonformismo, le donne iniziano a sfoggiare questi gioielli, che sia nel nome che nei colori delle pietre, richiamano le bevande alcoliche che amavano tenere tra le mani ingioiellate e sorseggiare tra una chiacchiera e l’ altra.
Con il dilagare del Proibizionismo si sviluppano, quindi, delle piccole forme di ribellione più o meno evidenti; l’ anello cocktail viene riconosciuto come tale in quanto si ritiene venisse indossato dalle donne in occasione delle feste clandestine private. Durante questi party organizzati di nascosto le signore si concedevano assaggi di mix di alcolici e divertimenti proibiti indossando questi vistosi anelli al dito. La connessione con il cocktail si sviluppò in quanto queste eleganti festaiole amava ordinare i loro drink alzando la mano destra mettendo in mostra il vistoso anello.
Sono i ruggenti anni ’20, epoca del jazz e dei balli scatenati, come il Charleston, ma è anche un periodo drammatico di tumultuosi cambiamenti socio-politici. E’ il decennio che ha segnato il fiorire della donna indipendente; acquisisce il diritto di voto, lavora fuori casa e cambia il suo modo di vestire. Nascono nuove mode, le ragazze si truccano, fumano, bevono e si lasciano trasportare dal jazz. La donna si libera dei corsetti e dei vestiti lunghi per indossare pantaloni e gonne corte: nascono le “flappers”, simbolo dell’ indipendenza femminile. E’, quindi, in questo contesto che si afferma l’audace anello cocktail divenendo uno dei simboli più rappresentativi della lotta per l’ indipendenza della donna.
Il Proibizionismo termina storicamente nel 1933 con Franklin Delano Roosevelt che promosse il “Repeal” e l’ abolizione delle restrizioni sugli alcolici. Così finalmente le donne possono liberarsi dai divieti e ostentare il loro desiderio di svago e di libertà.
Tra gli anni ’50 e ’60 l ‘anello da cocktail raggiunge l’apice della sua popolarità divenendo un accessorio di moda da indossare in tutte le occasioni mondane.
Passato di moda negli anni ’60 e ’70, il cocktail ring riemerge negli anni ’80 come accessorio da portare sia di giorno che di sera.
Attualmente questo gioiello è molto in voga e apprezzato da chi ama l’ eleganza e l’ originalità. Indossarlo ancora oggi è uno dei modi più amati da una donna per esaltare il proprio stile.
Essendo molto grande e vistoso andrebbe indossato da solo sulla mano destra perchè generalmente sulla sinistra si portano anelli personali come la fede o l’ anello di fidanzamento. Anche gli altri gioielli che lo accompagnano non dovrebbero essere eccessivi evitando ad esempio bracciali troppo appariscenti sul polso corrispondente alla mano in cui l’ anello è indossato.
Elementi fondamentali sono proprio il colore sfarzoso della pietra e la grandezza della stessa solitamente montata a griffes e lavorata con tagli cabochon o faccettata. La pietra è rigorosamente una pietra preziosa o semipreziosa. L’ uso di pietre semipreziose fa si che il cocktail ring possa essere indossato anche in occasiono più informali. Mentre le pietre preziose più usate per creare questi anelli sono la rubellite, la tormalina, il granato mandarino, il topazio azzurro e il berillo.
Il cocktail ring è quindi un accessorio irrinunciabile per chi si vuole far notare avendo cura di abbinare il colore della pietra all’ abito indossato.